Francesco Collini ci parla di FlashStart Group S.r.l.
FlashStart Group S.r.l. è un’azienda che si occupa di proteggere la navigazione Internet di piccole, medie, grandi imprese, scuole e pubbliche amministrazioni. Proteggiamo più di 30 milioni di persone in 155 paesi nel mondo. Internet è sempre più interconnesso ed è chiaramente in mobilità. Per questo motivo noi proteggiamo tutto l’intero ecosistema che gira intorno alle reti professionali.
Come nasce FlashStart?
FlashStart nasce da una mia intuizione, anche grazie alle mie precedenti esperienze professionali e lavorative. Dal 2001 al 2012 lavoravo come System Integrator e installavo server, reti, backup e software. Rapportandomi con diverse persone e realtà aziendali, mi ero accorto che era necessario proporre un prodotto semplice e più accessibile, iniziando a ragionare in ottica globale a partire dal mercato italiano. Nel 2013 FlashStart iniziò con due server, uno a Milano e uno a Bologna, diventando una realtà italiana di riferimento.
Nel 2015 un’azienda tedesca ci contattò direttamente per una consulenza perché usava un software di protezione che aveva diversi problemi a livello di comunicazione e supporto. In seguito a una serie di incontri a Norimberga, installammo un server a Francoforte per il mercato tedesco, in linea con le loro esigenze locali. Dalla Germania poi siamo arrivati nel Regno Unito, in Olanda, Francia, Spagna, in Asia, in Australia, in America Latina e negli Stati Uniti.
Qual è il rapporto tra FlashStart e il mercato globale?
FlashStart è un’azienda in costante espansione a livello globale. In ogni paese decliniamo i nostri servizi, ci adattiamo a quelle che sono le esigenze di business locale, alle richieste linguistiche e culturali. Le analisi di mercato, la mediazione linguistica e culturale giocano un ruolo molto importante per noi. Per esempio, In America Latina ci hanno richiesto un software che parlasse spagnolo, che riconoscesse i siti spagnoli e noi siamo stati in grado di accogliere le loro esigenze, rispondendo prontamente ai loro requisiti.
Non è stato facile riuscire a penetrare in così tanti paesi diversi, ma è stata la qualità dei nostri servizi ad aprirci le porte. All’estero ho notato una maggiore apertura nella scelta delle partnership. O meglio, all’estero ci basa su criteri diversi per scegliere di intraprendere rapporti commerciali tra aziende. Non si guarda la grandezza, la struttura o la sede di un’azienda, ma ci si focalizza esclusivamente sulla qualità del prodotto. Se il prodotto è valido e di qualità, allora hai fatto centro.
L’estero mi ha sempre appassionato, adoro parlare in lingua inglese e cerco di destreggiarmi anche con lo spagnolo. Sono stato da sempre ammaliato dalla possibilità di esportare un prodotto italiano nel mondo, di renderlo internazionale, proprio per confrontarmi con un mercato globale, con richieste ed esigenze diverse dalle nostre.
Attualmente abbiamo 700 rivenditori e più di 250 server in 155 paesi nel mondo. Questo è stato possibile perché siamo stati in gradi di comprendere le necessità delle singole realtà geografiche senza trascurare il loro status di evoluzione tecnologica.
Qual è la tipologia di servizi offerti da FlashStart?
FlashStart offre un servizio molto democratico ovvero un filtro DNS. Oggi tutti hanno un DNS: reti, server, computer, telefonini, IoT, anche il frigorifero ha un DNS ovvero la risoluzione di un nome in un indirizzo IP. Sul DNS possiamo raggiungere siti pericolosi oppure siti sicuri, è un dato di fatto. Oltre a questo, col DNS possiamo intercettare e bloccare la risoluzione di siti pericolosi, per esempio malware, ramsonware, cryptowall. In questo modo, noi utilizziamo il DNS per veicolare la nostra soluzione di sicurezza. In un’ottica di cybersecurity, agiamo sia a livello di malware sia di content filter sotto il veicolo del DNS.
In altre parole, FlashStart non propone antivirus, ma offre un servizio di sicurezza attraverso un filtro DNS a protezione di Imprese, PA, Scuole per far fronte alle minacce cyber e ai contenuti web inappropriati. La rete globale e l’AI garantiscono una protezione Internet immediata, affidabile e costantemente aggiornata.
Com’è composto il team di FlashStart?
Scegliendo un mercato globale abbiamo scelto anche un team che fosse globale.
Abbiamo 12 persone nell’headquarter a Cesena e quattro sviluppatori all’estero, divisi tra Belgio e Regno Unito. Oltre a loro, 12 ambasciatori per la parte commerciale, ovvero promoter di FlashStart all’interno del mercato globale. Tra interni e esterni stiamo parlando di più di 30 persone tra grafici, creativi, sviluppatori e commerciali in almeno 8 diverse country.
Vogliamo continuare a investire anche su nuove leve, suoi nuovi talenti sia italiani sia di altri paesi, per un discorso di interscambio culturale e di partnership con il mondo universitario e scolastico ad ampio raggio.
Per esempio collaboriamo con Unibo, con l’università di Edimburgo e abbiamo da poco terminato un percorso di stage con ragazzi e ragazze dalla Spagna e dal Portogallo.
Perchè hai deciso di aderire al D.I.R.?
È stata una scommessa in cui ho creduto fin dall’inizio. Sono rimasto colpito dalla democrazia interna al Distretto dell’Informatica Romagnolo, dove ogni socio ha lo stesso spazio e le medesime possibilità. Tutti i soci “contano” e vengono posti sullo stesso livello, indipendentemente dalla dimensione e dal fatturato della loro azienda.
Ho trovato nel D.I.R. persone molto aperte e pazienti verso le critiche, pronti a raccoglierle e a farne tesoro in un’ottica di miglioramento continuo. Ringrazio personalmente i coordinatori Claudio Buda e Marco Boschetti per la loro capacità di ascolto e di attenzione nel cercare di rendere sempre ogni iniziativa paritetica e di inclusione, alla portata di tutti i soci.
È fondamentale far capire ai giovani che in Romagna c’è la possibilità di lavorare all’interno di imprese IT innovative e di alto livello. E non ce n’è una o due, ma c’è un vero e proprio Distretto di eccellenze del territorio. Il DIR offre la possibilità alle aziende socie di avere visibilità, di creare legami e dialogare con gli enti di formazione.
Cosa offre FlashStart ai nuovi talenti, alle nuove generazioni?
Io sono un ragioniere programmatore, ho fatto Scienze dell’Informazione e ho avuto un’esperienza universitaria abbastanza negativa, dove non sono riuscito a trovare la mia dimensione e dove non sono stato stimolato o incoraggiato dai professori. Nonostante questo, sono riuscito ad andare oltre, a trovare forze e competenze che mi hanno garantito di costruire un’ impresa.
In quest’ottica di apertura, da FlashStart accogliamo ragazzi diplomati, magari anche in discipline che non sono prettamente informatiche, per dare loro un’opportunità, una possibilità di provare e di conoscere. Personalmente credo che, anche se un ragazzo non ha potuto completare o continuare gli studi universitari, deve essere comunque essere preso in considerazione perché è proprio facendolo “provare” che può scoprire cosa gli piace e in cosa può o vuole diventare bravo. Ci è capitato e ci capita di ospitare ragazzi in stage che arrivano da studi non tecnici e che per esempio possono essere coinvolti in programmi marketing di analisi, ricerca, posizionamento sito, controllo immagini e contenuti.
Certamente c’è spazio anche per i laureati in materie IT di programmazione e di sviluppo software. Ad oggi il Dipartimento di Informatica dell’Università di Bologna rappresenta un fiore all’occhiello. Rispetto a quanto ho vissuto io, oggi è completamente cambiata la gestione e l’approccio alla materia. In seguito a esperienze di tirocini curriculari, spesso ci è capitato di proporre dei contratti di assunzione e alcune persone sono state assunte part-time anche durante il percorso di laurea.
Da FlashStart c’è la possibilità di lavorare a livello nazionale e internazionale, a livello di problematiche di sistemi distribuiti geograficamente, tematiche di ridondanza e trasmissione dati, latenza e velocità.
Come aiutate le nuove generazioni a capire quale può essere la loro strada?
All’interno di FlashStart cerchiamo di mostrare ai ragazzi i diversi dipartimenti, le diverse aree di lavoro, facendoli partecipare a call o a project work con focus e obiettivi differenti. Solo in questo modo possono scoprire per esempio che, anche se il loro sogno era quello di fare i tecnici, nella pratica sono più portati e hanno abilità a livello commerciale oppure viceversa. Credo che un ragazzo debba comunque avere anche la possibilità di provare, di sbagliare, per poi scegliere liberamente cosa fare in futuro. Credo dobbiamo ridare all’universo quello che di buono ci ha dato a noi in un’ottica di scambio.