Marco Montanari ci parla di FST S.r.l.
FST S.r.l. è un’azienda che si occupa di sviluppare soluzioni software dedicate al settore del serramento e alle macchine per la lavorazione dell’alluminio e PVC. Il core del nostro business è legato alla lavorazione di estrusi e la nostra tagline è soluzioni semplici per la lavorazione di alluminio, PVC e leghe leggere.
FST è parte del gruppo FOM, dove la capogruppo FOM Industrie s.r.l. è leader mondiale nel settore delle macchine per il taglio e la lavorazione di alluminio, PVC e leghe leggere. Siamo presenti sul mercato da oltre 20 anni, prima come gruppo di lavoro interno a FOM Industrie e a partire dal 2005 come azienda indipendente.
Nello specifico, quali soluzioni software sviluppate e per quali mercati?
Realizziamo soluzioni CAD CAM, ECM per macchine per la lavorazione di estruso e tutto il software di supporto ai clienti. Sul mercato è presente un ampio spettro di settori in cui si utilizzano profili estrusi. Noi realizziamo software dedicati alle aziende che realizzano prodotti utilizzando gli estrusi, oltre che per la lavorazione legata alle macchine.
I settori legati agli estrusi sono tanti, primo fra tutti il settore dei serramenti, quindi parliamo di finestre, porte, facciate continue. Gli estrusi si trovano anche nel mondo del mobile, nell’automotive, nella robotica e in diversissime applicazioni industriali. Naturalmente la nostra esperienza di CAD CAM l’abbiamo trasferita anche in altri settori e abbiamo fatto CAD CAM specifici per diversi tipi di produzione. Vale la pena segnalare il settore del lapideo, quindi parliamo di marmo piuttosto che ceramica, per cui realizziamo CAD CAM e HMI per vari produttori.
Si tratta di prodotti standard e molto verticali?
Le nostre soluzioni software per la produzione sono ormai delle suite, in grado di coprire tutte le diverse aree aziendali, dall’area commerciale fino ai controlli di gestione, analisi dei costi e del materiale necessario per costruire i prodotti. In ambito logistico, consentono il monitoraggio della disponibilità del materiale, la pianificazione della produzione e l’invio dei dati alle macchine attraverso un interfacciamento con ERP e MES.
Proponiamo soluzioni molto verticali per il settore del serramento oppure prodotti e servizi alternativi per la produzione di articoli realizzati con estrusi più generici, che si usano nei vari settori industriali, quindi nell’automotive piuttosto che nella robotica. Tutti questi settori utilizzano questi prodotti che si interfacciano con i CAD tridimensionali o con i sistemi ERP del cliente per inviare i dati alle macchine in modo automatico.
Di base cerchiamo di partire da un pacchetto standard, nel senso che ormai è vent’anni che produciamo questi tipi di prodotti e abbiamo coperto la maggior parte delle esigenze produttive delle aziende. All’interno dello standard in realtà abbiamo già costruito una flessibilità di integrazione per l’importazione dati in modo da adattarci alle esigenze specifiche dei clienti. Disponiamo di una serie di servizi di integrazione dedicati a realtà produttive più complesse, dove è necessario interfacciarsi con sistemi aziendali già esistenti.
Diciamo che tutto dipende molto dalla dimensione aziendale. Nel caso di un’azienda piccola che parte magari da zero, proponiamo la nostra suite dove è già tutto quanto configurato. Al contrario, all’interno di realtà aziendali più complesse, dotate di sistemi propri, procediamo a un interfacciamento con le nostre soluzioni software. Mi riferisco a magazzini automatizzati, piuttosto che altri tipi di macchine rispetto a quelli che vengono prodotti dal gruppo FOM, perché noi naturalmente non ci limitiamo a lavorare con le sole macchine del gruppo, ma lavoriamo con tutta una galassia di produttori del settore che fanno macchine sia in competenza con quelle del gruppo, sia complementari rispetto a quello del gruppo. Sostanzialmente l’interfacciamento dei sistemi è abbastanza cruciale nel nostro settore, perché la produzione interessa tutta l’azienda.
Qual è l’iter di sviluppo dei vostri prodotti?
Partiamo dalla produzione e dalla configurazione tecnica, per poi interfacciare tutta una serie di sistemi aziendali. Dall’offerta commerciale via web al controllo completo della produzione, dalla pianificazione alla comunicazione con il cliente.
Provo a entrare in dettaglio. Noi partiamo dalla lavorazione, dal taglio. Il passo immediatamente successivo e naturale è il configuratore tecnico, che dice sostanzialmente quale lavorazione dei tagli vengono utilizzati per realizzare un articolo. A questo punto, una volta ottenuto un configuratore tecnico, normalmente il cliente richiede l’integrazione del suo sistema di order entry o della sua offerta commerciale. Chiaramente il livello di integrazione dipende un po’ dalla realtà aziendale e da quanti elementi della suite si sceglie di utilizzare.
Qual è la vostra tipologia di clienti?
I nostri clienti sono principalmente di due tipi. Da un lato chi lavora con estrusi quindi serramentisti piuttosto che aziende che lavorano in automotive, produttori di mobili, produttori di tende, coperture solari, box doccia e molto ancora. Sostanzialmente si tratta di realtà dove si utilizzano profili estrusi.
La seconda categoria di clienti sono i produttori di macchine. La nostra capogruppo FOM Industrie s.r.l. utilizza i nostri software, così come tutta una galassia di produttori di macchine utensile, settore alluminio e settore marmo. Noi andiamo da questi produttori e realizziamo un CAM, un HMI su misura. Esistono settori, come per esempio il nostro, in cui sono previsti particolari accorgimenti che necessitano dei CAM specifici. Per esempio, nel settore del lapideo le tecniche di taglio utilizzate sono completamente diverse da quelle che si utilizzano per lavorare i metalli e quindi richiedono delle verticalizzazioni specifiche per realizzare questo tipo di lavorazione.
Com’è composto il team di FST?
All’interno di FST è presente un team importante di sviluppatori, la maggior parte sono ingegneri elettronici e informatici. C’è molta matematica in quello che sviluppiamo, ci sono aspetti 3D, problematiche relative alla gestione di rete, perché poi sostanzialmente noi dobbiamo interfacciare tutto il sistema produttivo. Siamo sicuramente una realtà complessa in termini informatici.
Per noi è molto importante anche la parte di servizio verso i nostri clienti. Chi si occupa di questo, sono sempre ingegneri, ma di altre estrazioni, per esempio, ingegneri civili. Il reparto service è composto da persone con alte competenze tecniche e linguistiche, perché vendiamo un po’ in tutto il mondo. Oltre all’inglese, è richiesta la conoscenza del francese e dello spagnolo come lingue di base.
Il livello di competenze richieste anche da chi non fa sviluppo è estremamente alto e spesso per noi come azienda informatica è difficile far capire che all’interno della nostra realtà ci sono tanti spazi di crescita molto interessanti anche per persone che hanno un’estrazione diversa dallo sviluppo IT.
Io nasco come ingegnere elettronico e questo è stato il mio punto di partenza. In seguito ho fatto un’esperienza nella consulenza e poi sono approdato al gruppo FOM perché avevo un interesse nel mondo della robotica. Qui la mia formazione e la mia esperienza sono state entrambe utili e funzionali per trovare la mia dimensione e costruire il mio ruolo attuale all’interno dell’azienda.
Quali sono i vostri ultimi progetti in ambito di sviluppo?
Stiamo lavorando molto nel settore industriale. In diverse aziende, anche grandi e strutturate, abbiamo notato uno scollamento abbastanza forte tra l’ufficio tecnico di progettazione del prodotto, la parte produttiva e la parte di acquisizione ordini. Per far fronte a questa problematica, abbiamo realizzato alcuni prodotti, Solid Plus e Production Plus, in grado di mettere in stretta comunicazione queste parti aziendali. In che modo? Innanzitutto Il disegno tecnico viene automaticamente convertito in un programma CAM e viene inviato alla produzione delle macchine. In molti casi succedeva che l’ingegnere progettava l’articolo, faceva un disegno tecnico e l’operatore macchina spesso era costretto a reinserire dei dati che il progettista aveva già incluso nel disegno tecnico dell’articolo. Una volta si utilizzava la messa in tavola, cioè si stampava una tavola e poi c’era qualcuno che sulla macchina ricreava manualmente il programma. Si trattava di un lavoro estremamente complicato e lungo che poteva dare adito a diversi tipi di errori. Attraverso Solid Plus è possibile ottenere il riconoscimento automatico delle feature e ritrovare automaticamente tutte le lavorazioni del sistema.
Tutto questo poi va gestito e integrato con la raccolta ordini. Una volta ottenuti i pezzi, lo step successivo è quello di fare l’ordine del prodotto. A questo punto è necessario sapere quanti pezzi devi produrre e da cosa li devi produrre. Lavorando con estrusi, i nostri clienti ordinano barre e tagliano pezzi ed è necessario sapere quante barre servono, puntando anche all’ottimizzazione del taglio. Risulta spesso necessario lavorare in un’ottica di load balancing, cioè avere la possibilità di inviare i dati di produzione su più macchine. A seconda delle esigenze produttive, si può decidere di produrre vari pezzi su diverse macchine, a seconda della disponibilità di manodopera e di tempo macchina sulla linea produttiva.
Da queste necessità e esigenze reali, abbiamo realizzato le soluzioni Solid Plus e Production Plus che si interfacciano con i CAD 3D da un lato e gli ERP dall’altra per organizzare tutta la produzione dell’azienda.
Perchè avete scelto di aderire al Distretto dell’Informatica Romagnolo?
FST è tra i soci fondatori del D.I.R. e innanzitutto ci interessava far conoscere ai giovani la nostra realtà e altre realtà IT del territorio romagnolo. Personalmente, quando mi sono laureato, ignoravo totalmente la presenza di un distretto informatico così forte e per questo ho deciso di andare a Milano a fare le mie prime esperienze lavorative perché ovviamente c’erano e ci sono tantissime opportunità. È stata sicuramente un’esperienza formativa interessante, però magari io sono stato fortunato e non tutti i ragazzi possono avere le stessa possibilità. Per questo, mi sembrava giusto far conoscere ai giovani la professionalità e le competenze della realtà IT locali, perché ci sono tante opportunità di crescita e di formazione già qui a disposizione. Ancora oggi, molti ragazzi scelgono di spostarsi perché non conoscono le potenzialità offerte dal territorio dal punto di vista informatico.
In secondo luogo, mi piaceva anche fornire ulteriori opportunità di formazione all’interno di FST. Siamo sempre stati molto attivi in ambito formativo ed essendo parte del gruppo FOM la nostra è una realtà abbastanza nota nel territorio locale. Abbiamo contatti con istituti tecnici, università e tanti studenti che ci chiedono di fare stage formativi piuttosto che stage curriculari con percorsi di tesi di laurea in azienda. Siamo stati anche relatori di tesi, un’esperienza molto appagante, devo dire.
FOM organizza anche dei percorsi di formazione sui propri prodotti per gli istituti professionali. Oppure forniamo soluzioni software a scuole di formazione professionale a titolo gratuito, siano essi CAD CAM siano essi software per progettazione di serramenti.
Che tipo di percorso formativo proponete alle nuove generazioni?
In base al livello di studi e al progetto, costruiamo un percorso dedicato ai ragazzi che vogliono approcciarsi al mondo del lavoro.
Se si tratta di universitari, normalmente li coinvolgiamo all’interno di un progetto di sviluppo. Introduciamo i ragazzi nei nostri progetti e gli facciamo conoscere il nostro ambiente di lavoro. Non ci limitiamo alla sola osservazione del codice, ma gli mostriamo anche gli strumenti che utilizziamo, a livello di codice sorgente, defect tracking, DevOps e di metodologia Agile.
Per le tesi concordiamo un argomento e proponiamo attività web oppure legate alla grafica tridimensionale, simulazione 3D, controllo di collisione, calcolo traiettoria. Inoltre, come tutti in questo momento, ci stiamo espandendo verso l’utilizzo dell’AI per diversi tipi di applicazione e stiamo iniziando a coinvolgere gli studenti anche in questo ambito.
Per i ragazzi più giovani, cioè quelli degli istituti professionali, realizziamo percorsi ad hoc in cui li guidiamo nella realizzazione di un progetto, partendo spesso da un concetto di gamification. Sostanzialmente gli facciamo sviluppare delle attività che siano interessanti e stimolanti per loro a livello di contenuti, ma che facciano apprendere al contempo l’utilizzo reale del software per ottenere un obiettivo preciso. Per esempio, gli facciamo realizzare il gioco del tris in web based, inserendo poi più giocatori per incominciare a creare un border. In sostanza li portiamo a utilizzare tutti gli strumenti che servono per creare un’applicazione professionale in un’ottica game, in modo che i ragazzi possano capire facilmente quali siano gli obiettivi finali da raggiungere. Molto spesso una delle difficoltà dei programmatori è proprio capire qual è l’obiettivo finale, cioè qual è l’obiettivo di business del cliente. Se fai vedere a un ragazzo come funziona un gioco come quello del tris o di Forza 4, è facile capire quali sono gli obiettivi e quindi come dev’essere realizzare il gioco e quali strumenti devono essere appresi per raggiungere il risultato finale.
Quali sono le soddisfazioni e le difficoltà incontrate nei percorsi formativi proposti finora ai giovani?
Sicuramente ho notato che per i ragazzi è molto importante sia mettere in pratica quello che hanno studiato sia vedere a fine percorso che effettivamente hanno costruito qualcosa, in modo tangibile. Non ho ancora trovato lati o risvolti negativi nei nostri percorsi di formazione guidata, l’ho trovato sempre estremamente positivo e formativo per ragazzi, ma anche per me stesso. Interfacciandomi con loro sono migliorato come manager e come persona a livello di comunicazione e di relazione con le persone. Credo che questi percorsi siano da promuovere e da costruire in tutte le aziende.
Forse ho trovato quasi più difficile rapportarmi con gli universitari perché vengono da una formazione veramente molto, molto teorica e poco hands on. Spesso quando arrivano da noi hanno paura di fare, o meglio, di sbagliare e devono essere molto incoraggiati. Di contro, i ragazzi che escono da istituti tecnici o professionali si lanciano e si buttano molto di più.
L’aspetto pratico potrebbe essere integrato maggiormente all’interno dell’università.
Al contempo, mi rendo conto che l’università debba dare in primis degli strumenti e delle basi che vanno poi sviluppate e affinate sul campo. Personalmente sono molto contento che all’interno di FST portiamo i ragazzi rompere il ghiaccio a livello pratico con il mondo IT e con il mondo del lavoro ad ampio raggio.