Stefano Palazzi, responsabile software factory, insieme a Nicoletta Belardinelli, HR Manager, ci parlano di Maggioli S.p.a. e del Gruppo Maggioli
“Innovatori per tradizione” è una tagline che definisce in breve il ruolo e la storia del Gruppo Maggioli, un’azienda che nel corso di oltre 100 anni ha cambiato pelle più e più volte, passando dall’editoria all’informatica, dalla digitalizzazione dei processi all’innovazione. Ad oggi Maggioli S.p.a. è una società ICT in continua espansione, presente in territorio nazionale ed estero con radici solide e profonde.
Che cos’è il Gruppo Maggioli in termini di risorse umane?
Ancora oggi è una realtà a conduzione familiare grazie alla presenza attiva dei tre soci, Paolo Maggioli, Cristina Maggioli, Amalia Maggioli, ognuno con le sue specifiche responsabilità e ambiti di competenza.
In termini di risorse umane, il gruppo Maggioli conta attualmente circa 3300 persone e si rivolge a PAL e Aziende. In particolare, Maggioli S.p.a. è la capogruppo e ha come core business prodotti e servizi per la pubblica amministrazione locale. L’headquarter è a Santarcangelo di Romagna, ma sono presenti dei poli importanti anche a Roma, Bologna e Milano. Le nostre sedi e filiali sono in continua crescita e nella nostra storia più recente abbiamo avviato anche un percorso mirato di internazionalizzazione. Siamo presenti in Spagna con oltre 260 persone tra Madrid e Tenerife e abbiamo filiali ad Atene, Bogotà e Bruxelles.
Quale ruolo gioca l’headquarter a Santarcangelo di Romagna?
L’headquarter di Santarcangelo raccoglie circa 700 persone e molte cose partono, si sviluppano da qui perché è un territorio per noi conosciuto e su cui abbiamo costruito una rete molto forte e strutturata. Spesso, dopo una prima fase di sperimentazione presso la sede centrale, progetti, prodotti e iniziative, vengono poi diffuse anche nelle altre sedi.
Come nasce Maggioli e come ha evoluto la sua offerta di prodotti e soluzioni?
All’inizio del ‘900, Maggioli proponeva prodotti che non c’entravano nulla con l’informatica. Faceva in generale attrezzature fisiche per scuole e istituti. Nel tempo, c’è stata una progressiva evoluzione di prodotti e servizi ed è qui che si comprende il concetto di “Innovatori per Tradizione”. Nel corso della sua storia, Maggioli è stata in grado di cogliere sempre la giusta opportunità nel momento giusto. In questo modo, negli anni ’70 e ‘80 ha iniziato ad approcciarsi al mercato dell’ICT, dell’informatica , con la primissima digitalizzazione degli enti pubblici, quando ancora si usavano tantissimi documenti cartacei. Maggioli giocava un ruolo chiave come forniture di materiali cartacei, ma capì al contempo che il mondo stava cambiando. Da questa intuizione, iniziò con i primissimi prodotti informatici, sviluppati in casa e rivenduti proprio per conquistare quella fiducia nel mercato digitale.
Col passare degli anni, Maggioli ha iniziato a consolidare una serie di prodotti propri, realizzati su propria iniziativa, cercando di cogliere le problematiche degli enti pubblici locali e di proporre soluzioni software idonee. Oggi noi siamo una realtà che ad un ente pubblico locale, tipicamente un comune, offre tutti i prodotti informatici di cui necessita per soddisfare i suoi processi di business.
Per esempio, se un cittadino si reca presso un comune nostro cliente per fare un certificato oppure per pagare una multa, quel processo di business per produrre quel documento e l’atto per chiudere il procedimento con il cittadino viene fatto con un prodotto sviluppato in Maggioli.
Nel tempo, l’azienda non si è focalizzata solo sul cliente principale, che ovviamente è l’ente pubblico, ma anche sul cliente del suo cliente, ovvero il cittadino. Questo aspetto denota un’evoluzione nell’approccio al mercato, perché si è ritenuto necessario non solo di mettere in condizioni l’ente pubblico di portare avanti i processi di business, ma di vedere nel processo di business anche un altro stakeholder ovvero il cittadino.
Negli ultimi anni Maggioli è cresciuta molto sul fronte dei servizi al cittadino, dando la possibilità all’ente pubblico non solo di soddisfare i suoi bisogni interni, ma anche i suoi bisogni esterni. Tutto questo con i software prodotti da Maggioli in tutte le sue sedi.
Qual è il core business di Maggioli S.p.a.?
Il nostro core business principale è il prodotto.
Il prodotto è un oggetto software che noi deliveriamo a migliaia di nostri clienti che sono appunto le PA che devono riuscire a soddisfare le esigenze di tutti, senza creare delle discontinuità tra cliente a e cliente b.
Questa è una cosa estremamente complessa ma che rende il nostro lavoro molto appagante. Le persone che lavorano sul prodotto si sentono dei padri, delle madri di quel prodotto perché partecipano alla sua realizzazione, perché continuano costantemente ad aggiungervi valore. Abbiamo prodotti che hanno circa 1300 anni uomo di sviluppo alle spalle. Questo vuol dire che è come se una persona avesse lavorato su quel prodotto per 1300 anni continuativi e con 32 milioni di righe di codice. Sono oggetti molto complessi da maneggiare e stanno in piedi solo perché sono estremamente sofisticati da un punto di vista ingegneristico.
Quale tipo di supporto fornisce Maggioli agli enti pubblici?
La pubblica amministrazione ha una lunga serie di adempimenti, normati da leggi, che è chiamata a gestire. Per esempio aspetti demografici, tributari, contabili e così via. Ecco, noi implementiamo i gestionali che permettono di portare avanti questi processi.
Faccio un esempio pratico legato all’attività della polizia municipale e al rispetto del codice della strada. In caso di violazione, la polizia assegna delle sanzioni che possono essere pecuniarie, accessorie e quant’altro. Noi implementiamo il software, per esempio, che permette ad una polizia municipale di un qualsiasi ente di gestire l’iter di una multa. Si tratta di un iter molto complesso perché oltre alla multa in sé e per sé ci sono dei tempi di riscossione da tenere presente. Per esempio, se prendi la multa entro 5 giorni, puoi pagare il 30% dell’importo oppure l’importo pieno se ritardi oppure se non paghi entro 60 giorni hai un aggravio della sanzione.
Il nostro software aiuta l’operatore di un ente pubblico, che sia un vigile, che sia un pubblico ufficiale, che sia uno sportellista di un ufficio demografico, nell’adempiere il suo compito nel rispetto delle norme vigenti.
Rilascio della carta d’identità, invio della bolletta della TARI e conseguente incasso, invio di news comunali tramite app, questi sono solo alcuni esempi di processi di business che deve portare avanti l’ente. Nel nostro software cerchiamo di rendere questi processi il più semplice possibile per venire incontro alle necessità degli operatori. Semplice vuol dire automatizzato, vuol dire che il software ti guida, ti aiuta.
L’intelligenza artificiale ha portato all’implementazione di nuove funzionalità concrete in grado di aiutare sempre di più l’operatore a portare avanti il suo processo di business, non sostituendosi all’operatore ma dandogli un supporto, un ausilio in modo da fargli completare un processo in modo più fluido e rapido.
Qual è stato un progetto DEV significativo e al contempo impegnativo per Maggioli?
Uno dei progetti più impattanti è stato il cambio tecnologico di una delle nostre soluzioni di punta, Sicraweb. Lo sviluppo di questa soluzione è iniziato negli anni 2000 e nel 2014-2015 abbiamo iniziato a immaginare come sostituire l’esperienza utente data un’interfaccia erogata tramite Java Swing in un’interfaccia web nativa. Considerate che questa applicazione oggi ha 32 milioni di righe di codice, allora ne aveva 14/15 milioni circa. Già allora, la soluzione era erogata su oltre 1500 enti che tutti i giorni ricevevano aggiornamenti.
Era un treno in corsa a massima velocità su cui era stato chiesto di sostituire le carrozze senza fermare il treno. Si trattava di una cosa veramente difficile e complessa perché non era solo una sfida tecnologica, ma molto di più.
In primo luogo, dovevano coesistere due soluzioni e Il treno non si doveva fermare. Dovevamo quindi riuscire a minimizzare l’effort impiegato nel momento in cui facevamo implementazioni. Il treno era il software che doveva continuare a funzionare, mentre noi aggiungevamo feature, cambiavamo funzioni, sistemavamo bug, continuando ad apportare evoluzioni tecnologiche.
Siamo riusciti nel tempo a portare i clienti ad usare la nuova soluzione, mantenendo una coerenza in un’unica baseline di codice. È stato un progetto estremamente complesso, anche perché coinvolgeva circa 120-150 persone tra sviluppo, assistenza e delivery e nel momento in cui è andato sul cliente non lo abbiamo deliverato seguendo un modello classico di formazione frontale, ma abbiamo fatto una formazione massiva, quindi abbiamo avviato circa 50-60 enti al mese. Questi numeri prima li facevamo in un anno, giusto per dare un’ordine di grandezza.
Noi siamo riusciti a cambiare completamente il paradigma, passando da 50-60 clienti all’anno a 50-60 clienti al mese. Ecco perché questo è stato un progetto sfidante non solo a livello tecnologico, ma anche a livello di delivery della soluzione che ha raggiunto un numero elevato di clienti rispettando i tempi del PNRR.
Perché Maggioli è tra i soci fondatori del D.I.R.?
Tutto è partito da un contatto in ITS che ci aveva chiesto di partecipare a un primo incontro di nascita del Distretto dell’Informatica Romagnolo. Abbiamo deciso di aderire al progetto del D.I.R. per dare valore al nostro territorio e alle sue risorse. Come Maggioli, nonostante fossimo una realtà in espansione, avevamo difficoltà ad attrarre nuovi talenti nel nostro organico. L’azienda aveva sempre avuto un nome più legato all’editoria e meno al mondo informatico e volevamo farci conoscere come realtà ICT aperta ai giovani del territorio.
Nel 2017 abbiamo iniziato i primi percorsi di alternanza scuola lavoro e abbiamo iniziato a investire tempo ed energie in iniziative legate a percorsi ITS e percorsi di laurea professionalizzante. Per noi il Distretto è un incubatore di relazioni, un modo molto importante per essere presenti e attivi sul territorio, per far capire ai giovani cosa si può fare effettivamente con l’informatica.
Ricordo che le parole del professor Alessandro Ricci erano le stesse a cui pensavo quando sono uscito dalle superiori. Ancora oggi, non ci rendiamo conto delle potenzialità delle aziende IT romagnole e di quali strade possa aprire il mondo dell’informatica.
C’è anche tutto un tema di responsabilità sociale d’impresa, dove Maggioli ha deciso di continuare a investire collaborando con altre realtà informatiche locali. Abbiamo ritenuto e riteniamo fondamentale fare rete con altre aziende del Distretto per costruire progetti per i giovani del territorio. Mi riferisco a iniziative come Hackaton e Bootcamp, aperti a ragazzi di varie fasce d’età e indirizzi, che permettono a noi di conoscere loro e a loro di fare un’esperienza diversa, in grado di renderli più consapevoli di ciò che ruota attorno al mondo digitale.
Quali percorsi offre Maggioli Academy alle nuove generazioni?
Maggioli offre percorsi differenti ai ragazzi che provengono dalle scuole superiori, scuole post diploma o da studi universitari.
Dal 2017 abbiamo progettato un percorso PCTO dedicato ai ragazzi delle scuole superiori dove per quattro settimane viene fatta un’attività di formazione in aula a completamento del loro percorso scolastico. Durante queste settimane, i ragazzi si formano su temi sia condivisi con la scuola, sia con gli stessi ragazzi. In pratica, viene fatto un lavoro di analisi a monte per capire quali sono le esigenze e per valutare dove il programma scolastico ha bisogno di un supporto. Oltre a questo, gli studenti non restano solo in aula, ma fanno anche workshop, trascorrono una giornata accanto a informatici senior, fanno dei momenti formativi con le colleghe che si occupano di ricerca e selezione che li preparano ad un primo colloquio in azienda a partire dalla stesura di un CV professionale.
L’ingresso dei tirocinanti è facilitato dal supporto di un buddy che accoglie i ragazzi già dal primo giorno in azienda per facilitarne l’inserimento all’interno dell’organizzazione, facendo muovere loro i primi passi senza sentirsi in difficoltà. Passo dopo passo, i tirocinanti vengono introdotti in azienda partecipando a tutte le iniziative di formazione aziendale e svolgendo un periodo di affiancamento con una o più risorse senior che illustrano loro prodotti e tecnologie.
Al termine di un percorso formativo, cosa lascia Maggioli ai nuovi talenti?
L’obiettivo è quello di trasferire conoscenza. I numerosi percorsi formativi che organizziamo sono sicuramente un’occasione di employer branding, ma l’obiettivo principale è appunto trasferire una conoscenza, dare un arricchimento ai ragazzi in termini di opportunità e di futuro. Tutte queste iniziative sono anche un’occasione di riscatto per chi non è riuscito a trovare la sua strada in ambito scolastico.
È importante che il territorio metta a disposizione dei giovani opportunità concrete per mostrare che anche in Romagna si fanno delle cose interessanti, che si lavora su delle tecnologie che sono all’avanguardia.
Dobbiamo farci conoscere. E per farci conoscere, dobbiamo portare le nuove generazioni a toccare con mano le potenzialità offerte dal mondo ICT.